Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Tra i buoni propositi del 2016 (sebbene avessi detto di non averne, w la coerenza) c’era:

  • iniziare la dieta
  • scrivere di più sul blog

Venticinque giorni dopo, scrivo sul blog e inizio la dieta. Non male.

Comunque, meglio tardi che mai. Oppure chi non muore si rivede. Beh ci sarebbe una serie interminabile di proverbi da propinare ma non mi sembra il caso visto che siamo qui per discutere de “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” di Jonas Jonasson.
Abbandonato dopo 100 pagine, perchè tra i buoni propositi del nuovo anno c’era anche quello di lasciar perdere i libri che non fanno per me, e questo è decisamente uno di quelli.  La storia sembra promettere bene: un arzillo vecchietto di 100 anni decide di vivere la vita secondo i suoi canoni e non quelli della casa di riposo, quindi nel giorno del suo compleanno sparisce creando un grande scompiglio e combinando un sacco di guai.
Il problema – a parte episodi surreali che tuttavia hanno il loro senso – è che la scrittura è molto noiosa, il libro scorre poco e onestamente dopo 100 pagine dove non è successo praticamente niente, ho preferito dedicarmi ad altre letture. Ci ho messo un mese a leggere una miseria di pagine, non oso immaginare quanto ci avrei messo se mi fossi imposta di finirlo.
Avrei voluto tanto che fosse divertente, ma non mi ha suscitato ilarità né tantomeno mi ha spronato a continuare la lettura.

Quindi niente, ritenta: sarai più fortunato.

4 pensieri su “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

  1. Davvero l’hai abbandonato? A me era piaciuto molto per l’ironia. Dovessi dire se avevo avuto difficoltà all’inizio non me lo ricordo. Ma mi aveva fatto proprio ridere. Infatti ho acquistato dopo qualche tempo il successivo di Jonasson: L’analfabeta che sapeva contare. Una palla infinita. Eccessivo in tutto, anche nella banalità.

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